mercoledì 2 ottobre 2013

Il faro

La donna amava i fari. Le invocavano immagini di luce misteriosa. In questo momento associava un suo profondo sentimento come la luce di un faro. Le era sembrato che in un momento particolarmente buio della sua vita aveva scorto la luce di un faro negli occhi profondi di un ragazzo. E sì che questa luce l'aveva abbracciata e le aveva ridato una vita che le sembrava ormai persa. Si era risollevata, aveva ripreso a respirare, a sperare, ad assaporare di nuovo la dolcezza della vita. Si rendeva conto che il faro era troppo spesso immerso in tempeste furiose che nascondevano la luce, ma lei non ci faceva caso perchè la luce comunque si intravedeva debolissima in mezzo alle nuvole nere. E poi dopo le tempeste risplendeva di nuovo avvlgendola nel suo magico bagliore. Ma dentro di se aveva paura. Paura di perderla questa luce. La vita non le regalava mai niente, non sapeva perchè, ma le faceva credere che forse le avrebbe dato qualcosa di bello, ed era vero, glielo dava ma sempre a metà. Al momento più bello glielo toglieva nel modo più crudele possibile lasciandola ogni volta nel baratro da dove doveva rialzarsi sempre più a fatica. E così anche questa volta. Proprio quando aveva creduto di essere arrivata ad abbracciare tutta la luce del faro era arrivato l'uragano che l'aveva scaraventata lontanissimo, in mezzo allo zunami dell'oceano da dove aveva perso la vista del faro. E le sue lagrime si fondevano con la forza brutale dello zunami e la luce del faro che le era sembrata così vicina si era allontanata invisibile dietro la crudeltà dell'onda che stava di nuovo affogandola nel baratro da dove non sapeva se avrebbe potuto riaffiorare un'altra volta. Ma forse lì, lontano, lontanissimo, lei credeva di intravedere ancora una fievole luce di un lontanissimo faro...

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