domenica 4 agosto 2013

Il pianoforte


La bambina come tutte le estati era dai nonni al mulino. Adorava passare i mesi estivi in mezzo alla natura in quel amato mulino che si trovava a tre chilometri dal paesino più vicino. Erano solo i nonni e lei. Oltre ai tanti gatti, le galline, e gli animali selvatici. Mamma e papà la portavano lì in giugno e la riprendevano i primi di settembre. La venivano a prendere per una vacanza al mare e la riportavano ancora al mulino. Che giornate allegre a correre in mezzo alle piante con qualche gatto o andare a vedere le uova nel pollaio, ce n'erano tante uova. A volte le facevano paura i falchi che si portavano via qualche gallina, scendevano a picco e sparivano nel cielo prima che qualcuno potesse accorgersi di cosa stava succedendo. Ma si sa, le leggi della natura erano queste. E poi che belle le sere d'estate vicino al fiume con la nonna che le raccontava tante belle favole e si vedevano migliaia di lucciole che illuminavano le cicale che cantavano nell'erba aromatica. Il fiume anche lui raccontava le sue favole insiema alla nonna. La bambina diceva che tutto questo era una musica magica. Si, perchè lei amava tanto la musica. E quando vedeva la grande luna sopra la collina che si specchiava nel fiume diceva alla nonna che questo era il Chiaro di Luna di quel compositore che si chiamava Beethoven e che lei un giorno voleva suonare... Aveva cinque anni la bambina. Quell'estate mamma e papà vennero un po' prima a prenderla dal mulino. Lei non capiva, voleva starci ancora un pochino. Ma mamma disse - Guarda, a casa c'è una sorpresa per te. Abbiamo pensato con papà che è il momento di fartela. La bambina guardò con i suoi grandi occhioni scuri la mamma e si fidò. Dopo un'oretta di viaggio corse alla porta di casa e chiese: Dove è la sopresa? Papà disse: Vai nel salotto, la trovi là. La bambina andò verso il salotto, aprì la porta e si fermò di colpo. Non credeva ai suoi occhi - là vicino alla finestra c'era qualcosa di marrone che lucicava e sembrava le sorridesse, era un bellissimo pianoforte che l'aspettava già aperto. La bambina fece qualche passo furtivo. No, non era sparito, era ancora lì. Ancora qualche passo, stava sul posto suo, arrivò vicino - non si muoveva, toccò un tasto, si, era un tasto, affondò il dito, fece un suono.... Si, era un pianoforte. Il suo pianoforte. Quello dei suoi sogni. Quello della luna sopra il fiume del mulino... C'era una sedia vicino. La bambina si arrampicò sulla sedia, mise le piccole mani sui tasti e fece un accordo. Era l'accordo del suo destino - si legò indelebilmente alla musica in quel preciso istante. Nel bene e nel male....

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