mercoledì 19 marzo 2014

Il Vecchio Olmo

In pieno centro della mia città natale Sliven in Bulgaria c'è lui - il Vecchio Olmo, un albero stupendo che di età ha 1100 anni. Chissà se è nato prima lui o la città. Secondo me è nato prima lui e visto come era bello la città ha deciso di costruirsi intorno a lui. Fatto sta che sono due amanti eterni che non possono esistere uno senza l'altra. Se dici Il Vecchio Olmo, dici Sliven. Se dici Sliven, dici Il Vecchio Olmo. Infatti il venerando vecchio si trova nel cuore della sua amata. E la sorveglia e la protegge. E la città non può fare nulla senza consultarsi col suo vecchio. Ha persino costruito il suo comune di fronte a lui. Così chi sta dentro il comune deve tenerne conto perchè sa bene di essere controllato dai rami millennari.... E che bella la via che parte dalle sue radici. E come è romantico il caffè di fronte a lui. E che meraviglia che la gente si da incontro proprio sotto "Il Vecchio Olmo"... Io sono via da tanti anni ma quell'albero me lo sono portata dietro... O forse è lui che è venuto con me... Non lo so, ma anche a Milano stiamo insieme. E quando torno nella mia città per assicurarmi che ho da qualcne parte le mie radici è lui che mi attira a se e nelle notti mi sussura: "Sono io la tua radice, sono io". E io mi fermo sotto un suo rametto millennario e gli chiedo: "Venerando, mi racconti cosa è passato vicino a te in tutti questi secoli?" E lui con un lieve sussuro che si unisce a una folata di vento mi dice bisbigliando: " Piccola mia, ma 1100 anni sono solo un piccolo soffio nell'eternità...". Il santone oggi ha ricevuto un premio dalla Comunità Europea, ma lui non è vanesio per niente. Lo sa che è stato premiato, ma con la superiorità dei suoi 1100 anni sorride benevolmente e attraverso i rami parla alla gente che è venuta a festeggiare il premio e le dice: "Ma cari miei, ma il mio più gran premio non sono le onorificenze delle istituzioni, il mio più gran premio siete voi che da 1100 anni vi date gli appuntamenti sotto i mie rami e tornate da me per chiedermi dove sono le vostre radici..."

domenica 9 marzo 2014

Tramonti

La donna adorava i tramonti. Le toccavano l'anima in profodità. Ma non perchè era già nella cinquantina, no, fin da giovanissima amava il calar del sole. Chissà perchè l'affascinava la morte del giorno. Non sapeva spiegarselo. Ma vedere quella luce rosso cupo che segnava il venir delle tenebre le sussurava sempre qualcosa di particolafre al cuore. Forse era quella magia che col perir del sole faceva nascere il flebile lucicchio di una stella lontana dove a lei sembrava di vedere il desiderio ardente di un amore impossibile e proibito trasformari in una passione segreta che poteva vivere solo attraverso le fasi della luna... Sì, forse era proprio quello - solo così si spiegava l'avido desiderio di perdersi in un raggio che fingendo di morire si trasformava in sentimenti potenti che solo la notte poteva custodire nel suo immenso seno e che attraverso una polvere argentea sottile avvolgeva i cuori che avevano bisogno di unirsi incenerendosi sognando...