venerdì 20 settembre 2013

Pochi giorni fa sono stata tanto ferita... Nel mio più profondo intimo. Ferita nell'anima. Una ferita che lascierà una cicatrice che non sparirà più. Un pianto dentro che difficilmente si fermerà... Certo, sicuramente avrò sbagliato anch'io ma ho anche fatto del bene. E ho voluto tanto bene. E voglio tanto bene. E vorrò sempre tanto bene. Si, vorrò tanto bene per sempre...Perchè ferirmi cosi? Perchè? Come canta Adriana Lecouvreur quando riceve i fiori avvelenati - Ma perchè tanta scortesia?
Io mi identifico con questo mio ruolo.... La Gioconda!

 
 
 

domenica 1 settembre 2013

Nuvole

    La donna viveva al settimo piano nei pressi di una grande città. Tutte le costruzioni davanti al suo palazzo erano basse e dal suo balcone c'era una vista mozza fiato. E poi certi tramonti le entravano dritto nel cuore. Il sole che si addormentava dietro le montagne che si perdevano all'orizzonte. La donna amava stare sul balcone e si lasciava volentieri all'abbraccio voluttuoso dello spazio che si apriva ai suoi occhi. Quel pomeriggio si era seduta sulla sedia che aveva sul balcone per leggere un bel libro. Ma a un certo punto aveva lasciato il libro per guardare le nuvole. Adorava la vista delle nuvole. Le faceva impressione la velocità con cui cambiavono connotati. Quando in quel momento aveva alzato gli occhi dal libro aveva notato che una nuvola aveva la forma precisa di un profilo umano. Chi sa chi si celava dietro quel ritratto etereo e fuggevole. Già perchè in pochi istanti c'era già un'altra immagine. La donna sentì una lieve stretta al cuore. E pensò che le nuvole cambiavano veloci come la vita umana. La donna era sulla cinquantina e in quel momento insieme alla nuvola le passò davanti l'immagine della sua vita che andava verso il tramonto come la veduta che le si apriva davanti agli occhi. E la sua vita certo non era di quelle facili. Le passò davanti come una nuvola... E dentro la nuvola vide la sua casa natale col cortile amato, accarezzò i suoi gatti dell'infanzia, suonò il suo pianoforte dentro la sua stanza, cantò le prime battute di un'arietta che segnò la sua vita professionale, riascoltò le note di una nota sinfonia che "raccontava" a sua madre, rivide la bara dell'adorata madre nel salotto,bara arrivata troppo presto, rivisse il suo cammino nella musica che era la sua anima, rivide le difficoltà, le offese, le sofferenze inflittele da persone amate, si trovò in faccia con l'inizio della sua dura malattia... E parlò alle nuvole. Chiese se almeno loro la capivano. Pianse un poco ma disse alle nuvole che sicuramente loro sapevano che nonostante tutto lei attraverso di loro quella vita dura in fondo l'amava. E la vita capiva questo suo amore perchè le nuvole glielo raccontavano. E sempre attraverso le nuvole ricambiava... E sussurava alla donna che anche i tramonti sono bellissimi...