giovedì 24 novembre 2016

La Casa Azzurra

Noi tutti la chiamavamo La Casa Azzurra. Era la casa di famiglia della madre di mia cugina Elly. I genitori di Elly, zii di mio padre, vivevano lì. Era una casa legata a tutti noi. Io la adoravo quella casa. Grande, piena di storia, sembrava che ogni sua stanza raccontasse una storia diversa. Quante giornate, passate con Elly a giocare e ad inventare delle recite diverse. Gia, questo era il nostro passatempo preferito - inventare delle storie, vestirci con qualche vestito trovato nel guardaroba di sua madre e presentarci nel grande salone dove i nostri genitori invece amavano giocare a carte e recitare loro una favola del Re e della Regina, inventata tutta da noi. La sera poi che mio padre mi dimenticò li! Mia madre si spaventò, non vedendomi tornare con mio padre, ma noi con Elly facemmo delle feste nella sua stanza da letto, perchè potevamo continuare indisturbate a mettere in scena le nostre recite inventate! Poi la casa passò a Elly e continuò ad essere il punto di riferimento per tutta la nostra numerosa famiglia, ma anche per i nostri amici. Le figlie di Elly nacquero e crebbero lì, la casa continuò ad essere il nostro centro, ogni sassolino nel cortile vi può raccontare qualche nostro stato d'animo, ogni albero può riprodurre il suono delle nostre risate quando il vento muove le foglie nei suoi rami.... Ma nella vita a volte arrivano anche delle difficoltà, così un giorno Elly decidette di dividere la casa e vendere la dependance. Era un piccolo colpo per tutti noi, ma finchè era solo la dependance... Poi un giorno io dissi che avrei voluto comprare una piccola casa a Sliven solo per me... Dissi questo una sera nella Casa Azzurra. Un anno dopo Elly mi chiamò e mi disse che la dependance era in vendita di nuovo e mi pregò di comprarla io. Non pensai due volte e, acquistando la dependance, feci tornare la Casa Azzura di nuovo intera nella nostra famiglia. Ma le difficoltà non si fermarono... Fra qualche tempo Elly mi chiamò e disse di essere costretta a vendere la sua parte, ma aveva trovato un acquirente importante, un'organizzazione umanitaria inglese, che però voleva tutta la casa, compresa la dependance che era mia, altrimenti non avrebbe comprato. Mi chiese di vendere la mia parte per poter vendere anche lei la sua, che era il principale corpo della casa. Mi disse che teneva a vendere a questa organizzazione, perchè avrebbero fatto un centro diurno di aggregazione per persone affette da lievi problemi di carattere psicologico e psichiatrico. Pensai molto, mi faceva male vendere, era La Casa Azzurra, la casa dei giochi della nostra infanzia, la casa delle favole che ci racontavamo le calde sere d'estate, la casa dei nostri fantasmi durante le fredde notti d'inverno col bora che soffiava minaccioso fuori, la casa delle nostre recite, delle nostre regine, la casa dei nostri sogni... Ma capivo il bisogno di Elly. E acconsentìi. La Casa Azzurra fu venduta... Tutti abbiamo pianto un po'... se ne andava un pezzo dei nostri cuori. Ma... La Casa Azzurra evidentemente voleva stare con noi... In un modo tutto suo. Un giorno mia sorella che ha un disturbo bipolare, rimasta sola dopo la morte di nostro padre, ebbe bisogno di usufruire del centro diurno, istituito dagli acquirenti inglesi proprio nella Casa Azzurra. E La Casa Azzurra la accolse di nuovo con braccia aperte, riprendendo a raccontare a lei le nostre favole, interrotte il giorno della la vendita. Sono tre anni che mia sorella frequenta il centro diurno della Casa Azzurra e adesso è lì che ha il suo appoggio ed i suoi amici, e in quelle stanze, che conosceva da bambina, ha ritrovato il suo sorriso. Già, perchè La Casa Azzurra così è tornata a far parte della nostra famiglia, non può stare lontana da noi, no, e come fa, conosce tutte le nostre favole, le sue stanze devono condividerle con qualcuno di noi...

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